#16 Quali strumenti per chi fa musicoterapia nel 2020?

tu tu du tui tu du tu da ddad i Eccolo eccolo. Ciao a tutti, ciao a tutte. Io sono Paolo Caneva e state ascoltando leggero sulla via della musicoterapia… un podcast dedicato appunto alla musicoterapia.  Oggi è martedì 21 aprile  e in questa 16 puntata mi interrogo su quali siano gli strumenti a disposizione per chi fa musicoterapia oggi. Una prima precisazione ovviamente va fatta su che cosa si intende per strumenti. Di cosa stiamo parlando? stiamo parlando di tecniche, saperi/competenze, dispositivi sonori, strumenti di verifica ecc.  Un altro livello da disambiguare è quello implicitamente sotteso nel termine “oggi”: ci stiamo riferendo a questo specifico periodo pandemico, o in modo più generico a chi fa musicoterapia a cinquant’anni dall’arrivo di questa disciplina nel nostro Paese? (il primo convegno è datato 1973). Per chiarire il contesto dichiaro subito che nel podcast di oggi mi riferisco a quali dispositivi sono a disposizione di chi prova a fare il nostro mestiere in questa quarantena. Va da se che visto l’obbligo di rispettare le norme di sicurezza ministeriali, l’unico modo di provare a lavorare (dove possibile) con la musicoterapia è in modalità “remota”, a distanza e quindi tramite mezzi e dispositivi necessariamente “digitali”, elettronici, telematici. Se navigate un po’ scoprirete che oltre ad essere il vettore riscoperto osannato e contemporaneamente  odiato per eccellenza, in questi giorni il web è anche il contenitore delle soluzioni e delle discussioni più accese. Si moltiplicano tutorial, webinar, lezioni, video, web radio, podcast, blogs su come produrre, gestire e divulgare al meglio lezioni, terapie, sostegno, psicoterapie, attività per tempo libero ecc. e allo stesso tempo sempre in internet leggiamo il contrario di tutto: per imparare ci vuole il contatto umano, i webinar sono solo una becera operazione commerciale, le lezioni sono prima di tutto un’occasione per lo studente di stare vicino al Maestro e se questa vicinanza non è garantita sono solo dei palliativi, la trasmissione delle conoscenze con un video non incide davvero nel “sapere” dello studente, ma la frase che più di tutte rimbalza e si moltiplica all’infinito è “Musicoterapia è un’altra cosa……” “Quello che si può fare con Zoom sarà pure bello ma non chiamiamolo musicoterapia” “La musicoterapia è innanzitutto un evento relazionale quindi per favore non scomodiamola in queste cose strane …virtuali….” “Far ascoltare ai pazienti musica con le cuffie in un reparto di rianimazione per  Covid – 19 non è musicoterapia” …per citare solo le più frequenti…Cosa penso…penso che tutte le volte che nel mio parlare, per descrivere un fenomeno mi esprimo “per negazione” o sto attaccando o mi sto difendendo (che alla fine rappresentano lo stesso disagio: la paura). Per la mia piccolissima esperienza le definizioni più “eleganti” sono quelle che tendono ad integrare, includere “sensi”, a “comprendere”…. soprattutto se stiamo provando a definire qualche cosa che in se si porta una “matrice artistica”.  In questi giorni di sosta forzata quanta paura abbiamo di sparire? Quanta paura abbiamo di scoprire che forse non siamo mai comparsi? Se invece che un infermiere (o un medico non è importante)  fosse stato un grande nome della musicoterapia (ma esistono poi i grandi nomi o sono solo delle leggende metropolitane?) a comprare i lettori mp3 all’ospedale Sant’Orsola di Bologna, quel gesto (che tra l’altro in quel contesto specifico è probabilmente il più veloce, il più economico, l’unico praticabile) quel gesto mi chiedo avrebbe scatenato i commenti che si possono leggere sui gruppi sociai di chi fa musicoterapia? Non è che a farci arrabbiaretanto…… più che la tecnica in se o i titoli sensazionalistici dei giornali sia l’aver preso atto che mentre noi siamo a casa disoccupati,  quello che potevamo fare o ci arroghiamo il diritto  di poter gestire in eslcusiva l’ha messo in atto qualcun altro? Non è che dal momento che non abbiamo potuto farlo noi allora preferiamo dichiarare che quella roba li non è musicoterapia? Io mi fermo qui. Come sempre in questi pochi minuti mi limito ad accennare ed introdurre argomenti che meritano altre tempistiche e altri contesti. Noi ci sentiamo martedì 28 aprile con una puntata dove proverò a condividere con voi riflessioni sul tema ”acustico o digitale? La tecnologia in musicoterapia. Come sempre vi ricordo che potete commentare questo podcast sulla mia pagina Facebook di Musicoterapiadaguardare, e che ogni lunedì alle 16 sono disponibile per uno Zoom con tutti coloro che (se interessati) mi mandano una mail all’indirizzo cnvpaolo@gmail.com  e mi raccomando…. spargete la voce… pra ka te popi pra kepra pake Ciaooooo

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